Cucina Conversations: Necci con la Ricotta

Sono una ragazza nata a metà degli anni ottanta, e quando ero piccola Halloween non esisteva, e se ne sentiva parlare solo grazie ad alcuni film e serie televisive americane. Questo periodo per noi non era associato a zucche e maschere horror, ma ad una festa non molto sentita ma sicuramente apprezzata, visto che ci faceva saltare un giorno di scuola.

Il primo di novembre in Italia è Ognissanti, e scuole e aziende chiudono, per permettere a tutti di ottemperare alla celebrazione dei defunti. Il giorno di Ognissanti e il giorno seguente, quello dei Morti, è usanza infatti recarsi al cimitero a far visita ai propri cari, e spendere la giornata nella serenità e nel ricordo.

In Lombardia dove sono cresciuta, panettieri e pasticcerie propongono in quei giorni il Pane dei Morti, una sorta di grande biscotto ricco e molto speziato, che veniva preparato con l’intento di essere omaggiato ai defunti. Una tradizione condivisa in tutta Italia, quella di cucinare qualcosa “per i morti”, tant’è che sono numerosi i piatti il cui nome stesso esplicita che sono “dei morti”: le fave dei morti, dei biscotti di mandorle tipici di molte zone d’Italia; il Pan dei morti toscano, detto anche Pan dei Santi, un dolce lievitato arricchito con uvetta e noci; le ossa dei morti, simili alle fave dei morti ma aromatizzate con cannella e chiodi di garofano.

Necci con la ricotta

Dove vivo, tra Versilia, Lucchesia e Garfagnana questo è anche periodo di sagre autunnali. Ad ottobre sono numerose le feste delle castagne e durante Ognissanti a Camaiore ha luogo la sagra dei matuffi, un piatto tipico a base di morbida polenta. In ognuna di queste feste di paese, iniziano a comparire i banchi che preparano uno streetfood locale che io amo molto, i Necci.

Neccio è il termine locale generico con cui ci si riferisce alla castagna, in particolar modo quando si parla di farina. I Necci sono fatti di sola acqua, farina di castagne – meglio se di recente macinatura –  e poco olio, e si presentano come larghe e sottili focaccine cotte in origine su delle pietre lisce e tonde, precedentemente scaldate nel forno. Ora si usano dei tipici ferri scaldati nei forni a legna, o più semplicemente delle piastre unte con dell’olio o dello strutto.

L’abbinamento più tipico è con della ricotta di qualità e miele, ma sono perfetti anche in abbinamento a salumi locali dal sapore deciso, come il lardo, la pancetta e il Biroldo, l’ottimo sanguinaccio della Garfagnana presìdio Slow Food.

Se siete interessati a scoprire altre curiosità e ricette del periodo di Ognissanti, non dovete perdere nemmeno un post delle mie compagne di avventura di Cucina Conversations:

  • Savoiardi di Carmen, The Heirloom Chronicles
  • i Biscotti Nzudi di Marialuisa, Marmellata di Cipolle
  • le Fave dei Morti di Lisa, Italian Kiwi
  • il Castagnaccio piemontese di Rosemarie, Turin Mamma
  • le Tagliatelle con zucca e porcini di Francesca, Pancakes and Biscotti
  • la Sbrisolona di Mele di Flavia, Flavia’s Flavor

Necci con la ricotta

NECCI CON LA RICOTTA

per circa 12 necci del diametro di ca. 12 cm

200 g farina di castagne
350-400 g acqua
sale
olio evo
ca. 300 g di ricotta vaccina o di pecora
miele

Preparare la pastella mescolando bene con una frusta la farina di castagne insieme all’acqua e a un pizzico di sale. Il composto dovrà risultare abbastanza denso ma non troppo, e liscio.

Coprire con della pellicola e lasciar riposare per almeno un’ora.

In una padella antiaderente, scaldare un goccio d’olio e versare un mezzo mestolo di pastella. Allargare bene, aiutandosi con un cucchiaio, in modo da ottenere un neccio poco più spesso di una crêpe. Cuocere circa un minuto poi capovolgere, staccando delicatamente il neccio dalla padella, e completare la cottura sull’altro lato.

Cuocere tutti i necci ed impilarli su un piatto.

Farcirli con abbondante ricotta e un cucchiaino di miele.

Enjoy!

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Necci con la ricotta
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